Gene Simmons insegna: autostima=successo

Nel corso di una lezione di basso durante il KISS Kruise VII (crociera ai Caraibi organizzata nel 2017 dalla band), Gene Simmons dei Kiss ha dato ai fan alcuni semplici consigli.

Il primo è stato quello di essere sempre positivi, positivi, positivi. Per riuscire a sfondare come musicisti (e in ogni altra cosa), questo è ciò che conta.

Egli ha insistito sul fatto che il più importante strumento in nostro possesso non è il basso e neppure gli attributi, bensì il cervello. Da qui deriva la voglia di vincere, di sedurre e il desiderio di non arrendersi mai. Tutto diventa più facile se ci si sbarazza della zavorra, di quello che porta verso la direzione sbagliata.

In una più recente intervista su Classic Rock, Gene Simmons ha ribattuto così a Henry Yates, che gli domandava il segreto della sua invidiabile autostima:

“Se hai fiducia in te stesso, non hai nulla da perdere. Mentre hai tutto da perdere se non ce l’hai. Immagina che ci sia una bella ragazza seduta lì. Sai benissimo di non essere uno schianto, ma ti avvicini, raddrizzi la schiena e provi a fare il galante. Al massimo ti dirà di no. Il segreto è che in giro ci sono un sacco di ragazze – e qualcuna potrebbe dirti di sì. Se non ci provi, non lo saprai mai. Credo che la gente non abbia idea fino in fondo della mia autostima: io sono follemente sicuro di me. So di non essere l’uomo più bello al mondo, ma quando passo davanti a uno specchio è difficile non fermarmi pieno di ammirazione per me stesso. E so anche che la gente dirà: “Diamine, non dovresti dire queste cose di te”. E io vi chiedo: Perché no? Guardiamoci allo specchio, e ridiamo. È tutto ciò che abbiamo”.

La carenza di autostima

L’autostima è un’autovalutazione del proprio valore. Tale valutazione è il risultato delle interazioni personali. Dipende dai giudizi altrui (dallo specchio sociale), dal confronto con gli altri, dall’auto-osservazione. È perciò una percezione soggettiva, che cambia nel tempo.

Purtroppo però vi sono dei modi sbagliati di decodificazione delle esperienze, per esempio il decontestualizzare, oppure il focalizzarsi sugli effetti negativi, ponendo invece in ombra gli aspetti positivi. La mente funziona come una lente nella visione di se stessi e del proprio corpo. Per esempio, se una persona viene giudicata di continuo negativamente riguardo l’aspetto fisico (magari semplicemente perché gli altri proiettano i propri complessi su di essa), imparerà a guardarsi attraverso delle lenti distorte. Vedersi brutti o incapaci avrà poi addirittura delle conseguenze sul proprio modo di essere.

Può accadere anche che, per colpa dell’insicurezza e della bassa autostima, si rimandino le decisioni all’infinito o si lasci che siano altri a decidere per noi. Ciò è grave, perché solo ciascuno di noi può sapere esattamente cosa è meglio per sé. Ci si sente confusi, si teme il giudizio altrui, si è facilmente influenzabili. Il guaio è che a lungo andare si perde la consapevolezza del proprio valore e si diventa sempre più incapaci di vedere i propri punti di forza. Non essere in grado di servirsi delle risorse interiori per ottenere ciò a cui si aspira è senz’altro invalidante.

Secondo gli psicologi, chi ha una bassa autostima tende ad arrendersi di fronte alla prima difficoltà e non accetta le critiche. Un’alta autostima vuol dire anzitutto aver fiducia nelle proprie capacità ed essere capaci di agire in perfetta autonomia. Significa essere aperti verso l’esterno e tenaci nel raggiungere l’obiettivo, profondendo il massimo impegno nell’impresa.

Soluzioni

Bisogna anzitutto imparare a volersi bene. In tal modo si raggiungerà la serenità, che si trasmetterà all’esterno. È come se la psiche fosse un muscolo, dunque bisogna allenarla mediante gli attrezzi della razionalità.

Vi sono parecchi mental coach che propongono dei percorsi terapeutici, da sviluppare con pazienza nel tempo. Si parte dall’opinione che si ha di sé, incominciando a individuare quelle convinzioni che fungono da blocco, impedendo di vedere ciò che si è realmente. Si prende poi in esame il modo di parlare a sé stessi, il dialogo interno. Non va dimenticato che criticarsi da soli toglie potere e indebolisce l’autostima. Per accrescerla bisognerebbe piuttosto, durante il dialogo interiore, inviarsi dei messaggi positivi. Gli avvenimenti che non dipendono da noi vanno invece semplicemente liquidati come sfavorevoli.

Secondo William James l’autostima consiste nel rapporto tra il sé percepito e il sé ideale. Quest’ultimo è un obiettivo da raggiungere. Non c’è corrispondenza tra ciò che si è e quel che si vorrebbe essere? Lautostima ne farà le spese. Essa dipende dai risultati delle prove che affrontiamo. Le soluzioni allora possono essere due: ridimensionare le proprie aspirazioni e avere delle aspettative più basse, oppure migliorarsi, per esempio perfezionando la capacità di comunicare e rinforzando quella di risolvere i problemi.

Liberi finalmente dalle convinzioni castranti, si passerà a individuare i propri talenti, le passioni, gli interessi. Sarà necessario infine definire la propria gerarchia di valori. Cosa si vuole ottenere? Qual è la “ragione della propria esistenza”, ciò che rende la vita degna di essere vissuta? Ci si pongono quindi degli obiettivi, a breve e lungo termine.

Giovanna Zurla

 

© Riproduzione riservata