Steppenwolf, “Born to Be Wild”

“Born to Be Wild “è una canzone di Mars Bonfire, realizzata per la prima volta dagli Steppenwolf. Il singolo si piazzò al secondo posto nella Billboard statunitense e al primo nelle classifiche canadesi.

Con la sua sfrenata celebrazione della libertà, è senza dubbio un inno che ha attraversato le generazioni.

Immagina. Sei a cavallo di una ruggente motocicletta. Stai attraversando distese silenziose. Il vento ti soffia tra capelli, mentre sotto di te l’asfalto fumante se ne rotola via…Tutte sensazioni ben note ai motociclisti della famosissima Route 66!

“Born to be wild”

La rivista americana Rolling Stone l’ha collocata al 129° posto nella classifica delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi.

L’autore del testo è Mars Bonfire, fratello del batterista Jerry Bonfire. I due militavano presso The Sparrows, gruppo predecessore degli Steppenwolf di John Kay. A proposito, per chi ancora non lo sapesse, quest’ultimo nome fu tratto dal titolo del romanzo Der Steppenwolf (ossia Il lupo della steppa) dello scrittore Hermann Hesse.

Da poco proprietario di una Ford Falcon, Mars stava scendendo per Hollywood Boulevard, quando qualcosa catturò la sua attenzione: il poster di un motociclista, che pareva direttamente eruttato dal suolo, con sotto la scritta “Born to Ride”. Le impressioni immediate che ne ricavò furono di velocità, di fuga. Il testo allora gli sgorgò spontaneo, proprio come la lava eruttata da un vulcano.

“Stavo passeggiando per la Hollywood Boulevard quando notai dietro una vetrata un poster che ritraeva un motociclista che sembrava emergere dal terreno avvolto dalle fiamme, come se si trattasse di un’eruzione vulcanica. Sotto questa immagine c’era scritto ‘Born to ride’. Proprio in quel periodo avevo anche acquistato la mia prima auto, una Ford Falcon usata, e tutte queste esperienze confluirono nel testo della canzone: l’idea della motocicletta libera di sfrecciare per le strade e la mia felicità per il fatto di avere una macchina tutta mia con la quale mi sentivo libero di andarmene ovunque volessi. All’inizio ‘Born to be wild’ non impressionò particolarmente quelli della casa discografica (la Leeds Music), che le preferirono altre mie canzoni. Alla fine acquisirono anche ‘Born to be wild’ solo perché mi avevano messo sotto contratto come loro autore. Fortunatamente per gli Steppenwolf funzionò alla grande, anche se si trattò più che altro di un colpo di fortuna” ha raccontato Bonfire a songfacts.com.

Fai correre il motore a testa bassa
sull’autostrada
Cercando l’avventura
E tutto ciò che capita
sulla tua strada Sì tesoro, fai che succeda Prendi il mondo in un abbraccio d’amore
Fai fuoco con le tue pistole contemporaneamente
Ed esplodi nello spazio

Mi piacciono il fumo e il lampo
Il rombare del metallo pesante
Gareggiando col vento
E sentendo che sono sotto
Sì tesoro, fallo accadere […]

Come un vero figlio della natura
siamo nati, nati per essere selvaggi
possiamo scalare così in alto
non voglio morire mai

Nato per essere selvaggio
Nato per essere selvaggio

Testo tradotto di Born to be wild (Mars Bonfire) degli Steppenwolf [Dunhill Records], tratto da Testi Rock.

Originariamente uscita nel 1968, fu utilizzata in parecchie colonne sonore, a cominciare da quella del mitico road movie Easy Rider, diretto e interpretato da Dennis Hopper, con Peter Fonda e Jack Nicholson. Sorpresa: c’è dentro persino il grande produttore musicale Phil Spector, che fa una breve comparsata, nei panni di un compratore di cocaina. Diversamente da ciò che accade nel singolo originario, nel film la song si apre col rumore rombante di una moto. Rispecchia pienamente lo spirito di questo cult movie. Da allora, questa canzone richiamerà subito alla mente alcune scene dell’indimenticabile opera prima di Hopper.

Consigli a chi è nato per essere selvaggio

So che a questo punto sono in tanti a chiederselo: come si può essere selvaggiamente liberi? Intanto, bisogna dire sempre quello che si intende veramente, senza frenarsi. Inoltre, essere aperti all’avventura, ricercandola ovunque. Provare il SI, anziché il NO. L’istinto potrebbe subito far uscire le lettere N e O dalla bocca. In tal caso, si deve esser pronti a bloccarle! Infine, abbracciare senza esitare la propria passione.

Curiosità

Va detto che “Heavy metal thunder“, cioè “tuono di metallo pesante” (a indicare il rombo che fuoriesce dalla marmitta scoppiettante delle moto), ha ispirato a Leonard Mogel il nome della sua rivista musicale.

A voler ben guardare, si tratta anche della prima registrazione in cui si nomini esplicitamente l’heavy metal. Per questo motivo, sono in molti a ritenere che di fatto abbia dato il nome al genere musicale stesso e che Born to Be Wild si possa ragionevolmente considerare la prima canzone metal mai scritta.

Alcune cover di quest’indimenticabile classico

Tra le innumerevoli versioni di Born to Be Wild, oltre a quella del 1975 dei Blue Öyster Cult, vorrei ricordare i Riot nel 1979, i Raven con Udo Dirkschneider nel 1983, gli INXS nel 1993, Joe Lynn Turner nel 1998 e Kim Wilde nel 2002. Nel corso del Nuovo Millennio, vi si sono cimentati pure gli Slayer, gli Status Quo, i Twisted Sister.

A sorpresa, nel 1995, spuntò persino un giocoso e paradossale duetto, una cosa che mai ci si sarebbe aspettati: Ozzy Osbourne, scatenato con Miss Piggy dei Muppets.

La mia favorita? Quella davvero potente di The Cult, nel 1987, presente sull’album Electric. Secondo alcuni, è persino superiore all’originale degli Steppenwolf. Beh, ecco come andrebbe suonata, secondo me!

Jane Dark

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